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Introduzione e importanza commerciale.

Posto al fondovalle, alla confluenza nell'Oglio del torrente Poglia, e lungo l'incrocio della Strada Statale n° 42 con la Strada provinciale che porta in Valsaviore, Cedegolo ha occupato a lungo una posizione di rilievo tra i Comuni della Valle Camonica, sia per le sue officine di lavorazione del ferro che, in questo secolo, per il commercio. 

Questa importanza, oggi peraltro ridimensionata, è testimoniata dai palazzi presenti sul territorio comunale: la Casa Panzerini e la Casa Simoncini. L'unica via di comunicazione che attraversava la Valle fu, fino alla seconda metà dell'800 (quando venne costruita la Via Roma, parallela al Fiume Oglio), l'antica "Via Valeriana", realizzata dai romani nel 16 a.C. come strada militare, che rivelò ben presto per Cedegolo una spiccata importanza dal punto di vista commerciale.

Origini Toponimo Cedegolo

Controversa è l'etimologia del toponimo "Cedegolo": trattasi di diminutivo del nome romano di persona "Cethegus" ("Cethegulus"), di Ceto (nome botanico derivante da "Ilicetum"), oppure di "Ceda" (siepe in veneto ed antico bolognese) ? Risposte certe non si hanno: di certo si sa solamente che nel 1433 il paese veniva denominato "Cive - gulum", intorno al 1500 "Cev - edol", mentre in un calice recante la data 1591 si trova incisa la parola "Sidegolo". Mentre Grevo (capoluogo del Comune fino al 1927, ed il cui nome deriverebbe dal termine preromano "Grebiae": luogo sconnesso e dirupato) fu un centro importante già nel Medioevo, per poi caratterizzarsi come centro agricolo, la documentazione storica su Cedegolo è reperibile a partire dal XIV sec., al tempo delle prime Signorie, quando il paese apparteneva alla Contea di Cimbergo della famiglia guelfa degli Antonioli di Grevo.

Nel XV secolo

Nel secolo XV la Signoria passò ai Federici, poi ai Conti di Cemmo, quindi ai Visconti di Milano. Infine, come il resto della Valle, Cedegolo si assoggettò al dominio della Serenissima Repubblica di Venezia che, l'11 Febbraio 1441, cedette la Contea di Cimbergo (di cui Cedegolo faceva parte) al Conte Paride di Lodrone per le benemerenze da lui acquistate nella lotta contro i Visconti. In questo periodo il passaggio delle Compagnie di Ventura arrecò gravi danni materiali e morali al paese, privo di difesa essendo sprovvisto di rocche o di castelli data la sua posizione allungata sul fondovalle.

Nel XVIII secolo

Durante il XVIII secolo Cedegolo attraversò una fase di floridezza sia per quanto riguarda il commercio e l'industria, sia per ciò che concerne le scienze e l'agricoltura

Quel periodo fu funestato dalle due terribili alluvioni del 3 Agosto 1755 e dell'11 Settembre 1772, i cui rovinosi effetti per l'abitato troviamo annotati nei manoscritti parrocchiali. 

Alla fine del secolo, con la caduta della Serenissima ad opera della Francia repubblicana di Napoleone Bonaparte, Cedegolo conobbe trambusti e scorrerie, razzie e lotte in quanto campo di battaglia a causa della sua posizione geografica. Il 16 Ottobre 1797 Napoleone cedette all'Austria Venezia e tutta la terraferma fino all'Oglio, per poi incorporare, un mese più tardi, la provincia di Brescia alla Repubblica Cisalpina.

Dominio Napoleonico

Quello napoleonico fu, per la Valle Camonica e per Cedegolo in particolare in quanto luogo di confine, un periodo triste: le devastazioni belliche, lo spoglio delle Chiese dai loro ori, l'impoverimento dei patrimoni comunali, le scorribande dei briganti che scendevano dal Trentino ne tormentarono l'esistenza, finché l'intervento del Generale MacDonald, nel 1800, ristabilì il dominio francese e ripristinò il Governo della Repubblica Cisalpina su tutta la Valle, aggregandola dapprima alla Municipalità del Serio e successivamente, nel 1803, a Bergamo.

La sconfitta napoleonica, seguita dalla Pace di Parigi del 1814, determinò il passaggio della Valle Camonica sotto il dominio dell'Impero Austriaco

Fra il 1815 ed il 1817 si verificò una tremenda carestia, seguita da un imponente sviluppo agricolo, garantito dall'intraprendenza, fra gli altri, di Nazaro Panzerini, membro della famiglia cedegolese più abbiente, il quale coprì i suoi cospicui possedimenti terrieri con castagni, gelso e boschi cedui. 

Un altro Panzerini, Lorenzo, partecipò nel 1860, alla spedizione dei Mille

Dopo l'unificazione nazionale, l'economia cedegolese s'incentrò sul binomio commercio - sfruttamento delle risorse idriche

L'acqua, da elemento naturale apportatore di cataclismi (alluvione della Valgravagna del 1888), si trasformò in fattore di sviluppo economico per la vallata. 

Negli anni 1909 - 1911, con la costruzione delle centrali idroelettriche dell'"Adamello" e della "Società Elettrica Bresciana", Cedegolo divenne un importante snodo del settore, specialmente da quando la società Edison vi collocò gli uffici e la direzione del comparto produttivo camuno. 

Durante la Prima Guerra Mondiale

Durante la Grande Guerra, la Valle Camonica fu zona di confine, ed a Cedegolo vennero allestiti un grande accampamento di soldati ed un ospedale da campo. 

Negli anni '30 si potenziò l'attività commerciale, ed il paese beneficiò delle attività produttive della Scianica (Sepe) e di Forno Allione (Elettrografite), vera manna per l'occupazione locale. 

Il 17 Maggio 1927 la sede municipale si spostò a Cedegolo, e Grevo divenne la frazione, mentre l'anno successivo si attuò l'unione dei Comuni: a Cedegolo si aggregarono Sellero e Berzo Demo, per una popolazione totale di circa 5.000 abitanti. 

Nel periodo fascista vennero inoltre realizzati il Municipio, il Monumento ai Caduti e la Piazza Littorio (attuale Piazza Roma), nuova sede del mercato. 

Durante la seconda Guerra Mondiale

La seconda guerra mondiale fu portatrice di morte, fame e disperazione: dopo l'occupazione tedesca, improvvisi rastrellamenti notturni sconvolsero il paese, e l'incendio della vicina Cevo il 3 Luglio 1944 da parte dei fascisti costituisce un triste monito per la resistenza camuna. Cedegolo esce dal secondo conflitto mondiale in condizioni socio - economiche veramente disastrose: paralisi della produzione, commercio ridotto ai minimi termini anche a causa delle infrastrutture inservibili, abbandono dei campi, forte emigrazione all'estero (soprattutto verso la Francia, la Svizzera, il Sudamerica e l'Australia). 

A questo quadro davvero desolante cercò di porre rimedio il Consorzio dei Comuni valligiani, creato nel 1953 per promuovere lo sviluppo delle risorse locali. 

La terribile alluvione del 1960 distrusse numerose abitazioni ed asportò il manto stradale a nord del paese. Nella prima metà degli anni '90, la chiusura dello stabilimento dell'Union Carbide di Forno Allione si è ripercossa negativamente sul paese, sia in termini occupazionali che per l'attività commerciale in genere.

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Ultimo aggiornamento
06 settembre 2022